Se i Problemi del Bambino portano i Genitori in Terapia: 3 Spunti di Riflessione per Capire perché è Utile Lavorare con i Genitori per Aiutare i Figli.
Autore: Dott.ssa Francesca Broccoli
“Nessuno di noi si è alzato con la sola forza del proprio polso. Ce l’abbiamo fatta perché qualcuno si è chinato ad aiutarci”
Tradizione orale africana
Nella pratica clinica accade frequentemente di ricevere richieste di aiuto da parte di genitori che si trovano in difficoltà nel comprendere e gestire alcuni comportamenti dei propri figli.
Col passare del tempo tali comportamenti possono aumentare di frequenza o d’intensità, ma anche ridursi. Resta il fatto che rimane difficile comprenderne il significato per i genitori e per gli altri adulti di riferimento del piccolo.
Naturalmente l’orizzonte e l’entità dei possibili comportamenti sintomatici dei bambini è vastissimo e non mi propongo, in questo breve articolo, di affrontarli o esaminarli in modo specifico. Tra quelli maggiormente oggetto di allarme nei genitori (e quindi alla base della richiesta di consulenza) vi sono i disturbi del sonno, i comportamenti aggressivi/oppositivi, i problemi legati al cibo e all’alimentazione, le manifestazione corporee del disagio, ma anche molti altri.
Ciò che vorrei qui sottolineare riguarda invece l’importanza di approfondire il significato di tali comportamenti all’interno del nucleo famigliare, aprendo le porte della stanza di terapia ai genitori del bambino definito “problematico” (e, a volte, anche agli altri membri della famiglia e ad altri adulti di riferimento).
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