Autore: Dott.ssa Simona Esposito

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Siamo in piena stagione dei saldi e mentre la società consumistica afferma che lo shopping faccia bene alla salute, questo periodo rappresenta una vera e propria rovina per i maniaci dello shopping compulsivo, poiché essi tendono a comprare indiscriminatamente. Lo shopping compulsivo, detto anche oniomania o mania del comprare (Kraepelin E., 1915), è un disturbo psicologico e comportamentale del controllo degli impulsi, vi è la tendenza a manifestare continui ed improvvisi bisogni irrefrenabili di acquisto. Di per se acquistare anche oggetti inutili può capitare  e spesso ha valore consolatorio, il problema nasce dal momento in cui diventa un comportamento frequente creando disagi sul piano economico e sociale della persona.  Nella nostra società vi è la presenza di un diffuso atteggiamento consumistico e di una tendenza ad incoraggiare il comportamento d’acquisto, tutto ciò è alimentato da falsi bisogni che hanno gradualmente trasformato il possesso del prodotto in una vera e propria fonte di felicità; l’acquisto di un prodotto diviene lo strumento per  costruire una identità sociale accettata e gradita, inoltre, lo shopping viene pubblicizzato come una tecnica per scaricare le tensioni di una giornata difficile.

Vediamo come si differenzia l’acquisto patologico da quello normale : in genere l’acquisto è guidato da alcuni bisogni, da atteggiamenti e preferenze personali, da norme soggettive legate all’approvazione dei familiari e amici, da credenze sul controllo del comportamento d’acquisto e dal comportamento passato, tutti elementi che concorrono nella determinazione dell’intenzione ad acquistare (Fig. 1).

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Fig. 1 – Modello del comportamento d’acquisto abituale

Nella sindrome da shopping i fattori che guidano il comportamento d’acquisto si organizzano diversamente (vedere immagine successiva). In questo caso, infatti, esistono dei bisogni pressanti, connessi al continuo processo di costruzione dell’Identità, al potere, al successo e al desiderio di accettazione da parte degli altri. Questi bisogni sono sostenuti da atteggiamenti che possono opporsi alle preferenze personali, in virtù di valutazioni basate sulla rappresentatività di alcuni prodotti rispetto a dei modelli socialmente vincenti. Di conseguenza non si sceglie sempre ciò che si preferisce davvero, ma ciò che si ritiene possa fare acquisire certe caratteristiche vincenti. Inoltre, le abitudini dannose persistenti che si innescano dopo le prime crisi alimentano uno scarso senso di controllo, che tende poi ad agevolare ulteriormente il comportamento d’acquisto eccessivo.

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Fig. 2 – Modello del comportamento d’acquisto compulsivo

Per cui lo shopping compulsivo parte da elementi esterni, come: messaggi pubblicitari, persone frequentate o modelli socialmente condivisi…sulla base di questi elementi che si innescano delle credenze relative al vantaggio legato all’acquisto di un prodotto, che viene considerato un affare o perfino qualcosa in grado di risolvere dei problemi personali e delle insicurezze.

Secondo L. Koran, Professore di Psichiatria della Stanford University School of Medicine e Direttore della Clinica per i disturbi ossessivi compulsivi, lo shopping compulsivo si configura come un disturbo del comportamento quando vengono soddisfatte queste condizioni:

  • quando il denaro investito per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche;
  • quando gli acquisti si ripetono più volte in una settimana;
  • quando gli acquisti perdono la loro ragione d’essere: non importa che cosa si compri, se abiti, CD, profumi, lampade o alimenti; ciò che conta è comprare, soddisfare un bisogno inderogabile e imprescindibile che spinge a entrare in un negozio e uscirne carichi di pacchi;
  • quando lo shopping risponde a un bisogno che non può essere soddisfatto, per cui il mancato acquisto crea pesanti crisi di ansia e frustrazione;
  • quando la dedizione agli acquisti compare come qualcosa di nuovo rispetto alle abitudini precedenti.

Questo disagio colpisce prevalentemente le donne, soprattutto fra i 30 e i 40 anni e coloro che presentano disturbi dell’umore, ma già dall’adolescenza si possono individuare le prime avvisaglie e sintomi della dipendenza da shopping. La scelta degli articoli da acquistare spesso risponde ad un bisogno, più o meno cosciente, di costruire dall’esterno la propria identità, attraverso la proprietà in generale o la proprietà specifica di alcuni oggetti, individualmente o socialmente considerati come l’espressione di qualche qualità positiva e vincente. Una conferma della connotazione simbolica che spesso può assumere l’acquisto deriva da alcuni studi sulle tipologie di spese effettuate dagli individui affetti da sindrome da shopping; il valore simbolico va indotto soprattutto quando si osserva una certa ripetitività dell’acquisto di un certo tipo di prodotti, che vengono comprati come se si fosse alla ricerca di importanti pezzi mancanti di un puzzle interiore da completare. Al primo posto tra gli oggetti  acquistati, per quanto riguarda le donne, ci sono i capi d’abbigliamento, seguiti da cosmetici, scarpe e gioielli: tutti elementi riconducibili all’immagine. L’uomo, invece, predilige simboli di potere e prestigio come telefonini, computer portatili e attrezzi sportivi. L’acquisto, in questo disturbo, è legato a prodotti che esprimono indirettamente il pensiero su di sé nonché il desiderio di modificare parti di sé concrete o intangibili, riempiendo quello che è stato definito il Sé vuoto o Empty Self (Cushman P., 1990 ). Il disturbo va visto nelle reazioni emotive che scaturiscono in relazione all’acquisto, inizialmente, in una prima fase, emergono sensazioni di corteggiamento da parte dei prodotti, essi vengono visti come un’occasione irripetibile, possono manifestarsi: eccitazione, agitazione e desiderio. In una fase successiva emerge una sensazione di benessere e di felicità, solo successivamente, in una terza fase, emerge un senso di colpa, vergogna e di responsabilità all’acquisto effettuato. Tale disturbo spesso si associa spesso ad altri disturbi, quali i disturbi dell’umore, schizofrenia, ansia, demenza… la sensazione di vuoto interiore e di tristezza è spesso ciò che alimenta il comportamento di acquisto. Poiché diviene un comportamento compensatorio , rappresenta una forma di reazione messa in atto per scacciare il malumore e per affrontare le frustrazioni o pensieri ed emozioni di altra natura; con il comportamento compulsivo , non si ricerca piacere, ma si intende riempire un vuoto o proteggersi dalla paura o insicurezza. L’acquisto ripetuto esprime ciò che si desidera essere ma che, come in un circolo vizioso, ripropone i medesimi vissuti di mancanza interiore che non possono essere colmati attraverso gli elementi esterni. L’origine del disturbo viene spesso fatta risalire a problematiche evolutive, soprattutto radicate nell’educazione genitoriale, troppo permissiva o, al contrario, iperprotettiva; per cui il comportamento incontrollato viene interpretato come un modo per rivivere un conflitto che ripropone sentimenti infantili , come l’impotenza, la vergogna e la colpa, al fine di tentare di controllarlo ad ogni nuovo episodio di acquisto coatto. L’acquisto compulsivo sembra inoltre rappresentare un tentativo di compensare alcuni desideri infantili repressi, mettendo in atto un comportamento socialmente sostenuto e accettato. Ma non solo, cadere in un disagio simile esprime avere difficoltà con l’autonomia, poiché si ricerca la libertà che in questo caso porta però alla dipendenza.

Lo shopping compulsivo implica tre categorie di disagio psicologico-comportamentale:

  • un disturbo del controllo dell’impulso, vi è un impulso a comprare in maniera irrefrenabile, cioè il soggetto non è in grado di controllare la propria compulsione;
  • comportamenti ossessivi, il comportamento di acquisto viene ripetuto nel tempo;
  • dipendenza da un’attività, come per la dipendenza da sostanze sono presenti fenomeni di craving (incapacità di controllare l’impulso a mettere in atto il comportamento dannoso), di tolleranza (che porta i soggetti al bisogno di aumentare progressivamente le dosi, quindi la quantità di oggetti da comprare, il denaro speso e il tempo da dedicare agli acquisti), e di astinenza (le crisi a cui va incontro lo shopper compulsivo quando per qualsiasi motivo si trova impossibilitato all’acquisto).

Ma l’aspetto più preoccupante sono le gravi ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa, familiare e coniugale che la dipendenza da shopping compulsivo causa, oltre alle inevitabili perdite finanziarie e all’importante portata di stress psicologico, di ansia, di depressione e di perdita di ogni controllo sulla propria volontà. Lo shopping compulsivo può essere curato , l’importante è riconoscere di avere un problema, bisogna chiedersi il perché si compra. Con una psicoterapia è possibile tenere sotto controllo i comportamenti problematici e ridurli nel tempo fino a farli scomparire, la terapia consente di comprendere, inoltre, i significati soggettivi e molteplici che sottendono il sintomo.

Qualche consiglio per affrontare da soli il problema mantenendo il controllo:

  • fatti accompagnare negli acquisti da un tutor, amico o parente, che, a conoscenza del nostro problema, ponga un freno agli acquisti;
  • quando vai a fare shopping, porta con te solo i contanti che hai nel portafoglio, lascia a casa le carte di credito in modo da poter controllare meglio le tue spese;
  • prevedi una somma da spendere per lo shopping, senza mai superarla;
  • poniti delle domande prima di comprare: Ho davvero bisogno di questo nuovo prodotto? Avrò il coraggio di mettermi questi pantaloni? Ci sono altre spese che hanno la precedenza come le bollette del telefono? Mi sentirò davvero meglio dopo questo acquisto?
  • annota i tuoi acquisti in modo da renderti conto se hai comprato cose inutili;
  • fai un bilancio di ciò che possiedi, apri l’armadio e controlla cosa di cui hai realmente bisogno;
  • prova a fare un giro per negozi senza soldi né carta di credito, ma per il semplice piacere di rifarti gli occhi. Se vedi qualcosa che ti soddisfa aspetta alcuni giorni per capire se questo oggetto ti manca realmente o se il desiderio è passato;
  • Richiedi aiuto, se soffri a causa dei tuoi acquisti compulsivi, dovresti fare ricorso ad uno psicoterapeuta.