per un futuro migliore necessita cambiare

per un futuro migliore necessita cambiare

oggi voglio fa l’intrufolone

voglio fa li conti

cercando de capì

de quanto disporranno

le colleghe e li colleghi miei

quer lontano giorno

in cui dovrebbero

annà in pensione

sperando che realmente

guadagniate tanto

come acclamano li nostri caporioni

dato che siete tutte/i quante/i brave/i

inizierete a versà

cinquemila euri all’anno

alla nostra cassa

supponenno abbiate già trent’anni

verserete de certo

armeno ad oggi

per altri trentasette

lunghi anni

così facenno accantonerete

centottantacinquemila euri

senza stà a fà

la ricapitalizzazione

a braccio probabilmente

avrete accantonato un ducentomila

euri

che probabilmente avranno perso

sempre più er valore d’acquisto

avendo la certezza de la bravura

delli amministratori nostri

tra trentasette anni

il vostro capitale potrebbe fruttà

un tre per cento all’anno

avrete così

cinquecento euro al mese

per continuà a fà na vita dignitosa

se a voi sembra buona cosa

nun ho da aggiunge altro

ma se ve pare che

se debba far quarcosa

incominciamo da oggi

cercanno de cambià

lo stato delle cose

Giuseppe Latte

presidente S.P.E.S.

 

 

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La teoria della pagnotta de pane

La teoria della pagnotta de pane

er popolo affamato

da sempre è stato tenuto a bada

con le pagnotte che ogni tanto

li capi per far vedè com’eran

boni

donavano a tutti  li poveracci

ad oggi nun me pare sia cambiato

molto

il popolo vien tenuto a bada

con la promessa di una pagnotta

ma la gente de oggi dovrebbe esse

cambiata

dato che siamo in grado de fà

roba inimmaginabile

che prevede un’intelligenza sopraffina

popolo te chiedo

se grazie alle tue abilità

sei arrivato a tanto

perché nun inizi a renderti conto

che li campi de frumento

li coltivi tu

la farina che se ricava

la macini tu

tu impasti le pagnotte

che poi inforni

sei tu che sforni

se te rendessi conto per na volta

de tutto questo

la smetteresti d’accontentarte

solo allora potresti cambià

er sistema ben organizzato

dalli caporioni

che t’affamano

Giuseppe Latte

 

 

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Comunicato Stampa della S.P.E.S.

Comunicato Stampa della S.P.E.S.

   Gentilissime/i colleghe/i,

scusandoci per la prolungata assenza di notizie da parte nostra, dovuta alla mole di impegni che gli addetti alla politica sono tenuti a sopportare aggiungendo a questo che noi popolo di professionisti, anche se pensionati, dobbiamo continuare a lavorare se vogliamo, come suol dirsi, campare. Siamo a scrivervi per richiedervi un parere riguardo alcune proposte che vorremmo sottoporre all’ente, chiediamo cortesemente una partecipazione massiccia, per massiccia intendiamo da parte di  tutte/i le/i colleghe/i attualmente non pensionate/i, questo darebbe un maggior peso a quanto noi andremo a proporre al nostro ente di previdenza.

1) Abolizione del limite di età pensionabile (praticamente non essere mai pensionate/i) per noi professioniste/i della salute, noi continueremo a lavorare fino al giorno prima della nostra dipartita, qualora, per motivi di salute, fossimo impossibilitati a svolgere la nostra professione, l’ente si dovrà occupare (sostenerne i costi) dell’accompagnamento ad una veloce e dolce morte.

2) Riguardo la gestione e l’utilizzo della  mole di miliardi gestita dal nostro ente, chiediamo che, tolto l’accantonamento per le spese attinenti alle nostre future dipartite, il patrimonio debba essere utilizzato per mantenere al meglio la casta dei nostri amministratori e dei collegi d’indirizzo, (i collegi d’indirizzo riteniamo debbano essere più consistenti e rappresentativi ed il numero dovrebbe essere elevato ad almeno 8.500, suddivisi tra Nord-Centro-Sud ed Isole, questo permetterebbe che la maggioranza di parenti ed amici più amici degli amici possano farne parte, garantendo loro un reddito certo, non da fame, per vivere agiatamente).

3) Detratte anche queste importanti cifre che serviranno al mantenimento degli organi di gestione, una fetta sostanziosa data dalla gestione del patrimonio, se non bastasse,si potrà attingere tranquillamente al capitale, dovrà essere devoluto ad altro ente pensionistico per permettere a questi di evolvere agevolmente vitalizi e pensioni faraoniche agli accoliti (che sono numerosi), gli usufruitori, grazie a questo giro di miliardi, non vivranno più nell’ansia di ristrettezze  economiche. Questa operazione, per noi professionisti della salute, avrebbe un impatto mediatico importante:” la popolazione comprenderebbe come noi realmente ci occupiamo e preoccupiamo del benessere delle persone agiate (sono loro infatti che possono permettersi di venire da noi)”, il ritorno per noi sarebbe significativo.

4) Abolizione delle elezioni, anche fatte in via telematica, rappresentano solo un costo, l’ente sarà retto dall’attuale dirigenza ed i loro titoli diverranno dinastici,qualora non avessero eredi diretti la trasmissione può avvenire fino al terzo grado di parentela, queste cifre risparmiate saranno devolute per il mantenimento delle case di rappresentanza degli amministratori dell’ente, mediaticamente anche questa manovra è utile all’immagine della nostra professione: “i professionisti della salute, fautori e portatori del benessere, vivono nel benessere”.

Certi di un’adesione al voto telematico di queste proposte da parte delle/dei colleghe/i, ci rendiamo comunque disponibili a degli aggiustamenti, sempre nell’ottica del benessere dei nostri amati amministratori, della casta che si andrà a creare e degli usuifruitori di vitalizi.

Un cordiale saluto

Il Presidente S.P.E.S.

Giuseppe Latte

P.s. per chi avesse dimenticato il significato della sigla siamo a rammentarglielo: Sindacato Pensionati Enpap Sfavati

 

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siamo considerati numeri

siamo considerati numeri

il solo pensà d’esse un numero

me fà venì er mal de capo

me ce devo abituà

noi popolo semo solo numeri

talvolta utili

talvolta inutili

talvolta rompiballe

ma gestibili

intelligenze artificiali sanno

come ammansirce

come farce sognà

come iniettarci dosi de paura

talmente potenti da renderci

quasi inermi

così stà giranno er monno

così semo considerati

oltre ar mal de testa

questo me rende triste

me chiedo cosa posso fà

me sento in un ginepraio

dar quale sembra

impossibile d’uscì

eppure ce deve essere lo spiraglio

ove inizià a taglià li rami

per farsi strada

venirne fuori

ce vuole tanta volontà

tanta forza

da solo nun ce lo posso fà

abbisogna che er popolo

se svegli

se unisca

decidenno de cambià

questa realtà

solo così potremo ritornà

a respirà

riprennendoci la dignità

di esseri umani

capaci di amare

capaci di socializzare

capaci de piangere

de ridere

de giocà

de pensà con la capoccia nostra

riappropriandoci della nostra

sacrosanta libertà

Giuseppe Latte

 

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sabato in attesa della domenica d’elezioni

sabato in attesa della domenica d’elezioni

il rustico vien dalla campagna

in sul calare della falce e del martello

porta un fascio che potrebbe esser

littorio

recando in mano il cellulare

con le foto

delle amiche  degli amici

onde siccome suole

ornare egli si appresta

dimani al dì di festa la villa ove

dimora

siede con i vicini sulle scale

a tramar l’emiliano antico

che novellando vien del suo bel tempo

quando al dì di festa vendea giornali

i fanciulli intanto gridano

nelle varie piazze inneggiando

al ritorno di baffone

ritorna a casa l’operaio stanco

che pensa oramai al riposo suo

ed alli debiti che l’assillano così tanto

non sapendo neanche quando andrà

in pensione e se ci andrà

diman giorno di festa

dovrebbe essere

il più gradito giorno

pieno di speranza e di gioie

tristezza e noia però recheran le ore

grazie alla tivù

ed al travaglio usato

ciascuno in pensiero suo farà ritorno

rustico scherzoso

codesta età fiorita

goditela

smetti di pensà d’esser un dio

resta nel tuo ridente paesello

era il pensiero che

infonno avevi espresso

evitando così d’arrecar danno

continuanno a creder d’esse

granne

Giuseppe Latte

 

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