Libro: “Le cose dell’amore”

Libro: “Le cose dell’amore”

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Autore del Libro: Umberto Galimberti

Perché un libro sull’amore? Perché rispetto alle epoche che ci hanno preceduto, nell’età della tecnica l’amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l’unico spazio in cui l’individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall’altro questo spazio, essendo l’unico in cui l’io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell’individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto dell’altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l’identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza.

Citazioni

  • Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza. (Amore e desiderio, p. 65)
  • A differenza dell’animale l’uomo sa di dover morire. Questa consapevolezza lo obbliga al pensiero dell’ulteriorità che resta tale comunque la si pensi abitata: da Dio o dal nulla. Ciò fa del futuro l’incognita dell’uomo e la traccia nascosta della sua angoscia segreta. Non ci si angoscia per “questo” o per “quello”, ma per il nulla che ci precede e che ci attende. Ed essendoci il nulla all’ingresso e all’uscita della nostra vita, insopprimibile sorge la domanda che chiede il senso del nostro esistere. Un esistere per nulla o per Dio?
  • L’amore svanisce perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso.
  • Si fa presto a dire “amore”. Ma quel che c’è sotto a questa parola lo conosce solo il diavolo.
  • Tra i seguaci entusiasti di Tissot incontriamo Rousseau e Kant, per i quali chi si masturba non è dissimile dal “suicida” che distrugge con un gesto la vita che il masturbatore sacrifica nel tempo. (p. 48)
  • E così il secolo dei Lumi, che per Kant segna “l’emancipazione dell’umanità da uno stato di minorità”, di fronte alla masturbazione si rivela molto più arretrato, ossessivo e persecutorio di quanto non siano stati i secoli precedenti, regolati dalla religione che forse, più della ragione, ha dimestichezza con la carne e con le sofferenze della sua solitudine. (p. 50)

Video: “Le cose dell’Amore”

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30 Sport per Raggiungere il tuo Flow

30 Sport per Raggiungere il tuo Flow

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Questo libro invita il lettore prima di tutto a individuare una situazione in cui ha sperimentato uno stato di grazia, attraverso brevi test per capire che cosa gli procura soddisfazione e gioia, e in quale misura; per comprendere cioè qual è il suo flow.

In seguito, lo aiuta a scoprire quali attività sportive fanno più al caso suo: meglio uno sport individuale o di squadra? Uno di opposizione o uno di concentrazione?

Infine, presenta le schede relative agli sport illustrandone le principali caratteristiche, in modo da permettere al lettore di orientarsi e scegliere quello (o quelli) in cui si può esprimere al meglio.

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Libri: “Norvegian Wood”

Libri: “Norvegian Wood”

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Norwegian Wood (ノルウェイの森 Noruwei no mori?) è un romanzo di Haruki Murakami del 1987, espressamente basato sul racconto Hotaru (La lucciola) di cinque anni prima.

Murakami definisce Noruwei no mori un romanzo d’amore «molto personale» e lo dedica ai suoi amici «che sono morti e a quelli che restano».

In Italia, il romanzo è stato pubblicato nel 1993 da Feltrinelli con il titolo di Tokyo Blues. Einaudi ha curato una nuova edizione, con un’introduzione di Giorgio Amitrano, pubblicata con il titolo originale.

Murakami ha iniziato a scrivere il romanzo «il 21 dicembre 1986 in una villa di Mykonos», per poi soggiornare brevemente in Sicilia e finirlo «il 27 marzo 1987 in un appartamento alla periferia di Roma» (nel quartiere Prenestino). Ad Atene scrisse «in una taverna terribilmente rumorosa» ascoltando sul walkman Sergeant Pepper’s Lonely Hearts Club Band «a dir poco centoventi volte».

Il romanzo è un lungo flashback, narrato in prima persona dal protagonista Watanabe Tōru. Su un aereo atterrato ad Amburgo al suono di Norwegian Wood dei Beatles Watanabe ricorda con precisione un fatto avvenuto diciassette anni prima e che ha segnato la sua giovinezza: l’incontro casuale con Naoko, la fidanzata di Kizuki, il suo unico amico, morto suicida pochi mesi prima. Il ricordo di Naoko sarà lo spunto per ripercorrere i difficili anni dell’università, l’amore impossibile per la stessa Naoko, poi ricoverata in un istituto psichiatrico e quello per Midori, compagna di corso all’università con una vita provata da lutti familiari, la vita in collegio, l’amicizia con Nagasawa, ragazzo spregiudicato e controverso. I tumulti nelle università forniscono solo un riferimento temporale, ci troviamo alla fine degli anni sessanta. Watanabe rimarrà estraneo alle occupazioni delle università e ai propositi rivoluzionari. Il suo è un percorso di dolore e crescita personale, che lo porterà alla consapevolezza che la morte non è l’antitesi della vita ma una sua parte intrinseca.

  • Tōru Watanabe: è il protagonista e il narratore del romanzo. È uno studente appassionato di letteratura americana e avrà due importanti relazioni amorose con Naoko e Midori.
  • Naoko: è una ragazza molto bella ma emotivamente debole anche a causa di alcune vicende sfortunate che ha dovuto affrontare come i suicidi della sorella e del fidanzato Kizuki.
  • Kizuki: è il miglior amico di Tōru alle scuole superiori ed è fidanzato con Naoko. A 17 anni si toglie la vita.
  • Midori Kobayashi: è una vivace e vulcanica compagna di corso di Tōru. Assieme alla sorella aiuta il padre a portare avanti un piccolo negozio di libri. È fidanzata ma si avvicinerà molto a Tōru.
  • Momoko Kobayashi: è la sorella di Midori.
  • Reiko Ishida: è una insegnante di musica che vive assieme a Naoko durante la loro permanenza presso un centro di igiene mentale. Nonostante abbia avuto dei problemi in passato, è sostanzialmente guarita e aiuta Naoko e Tōru nella loro relazione. È stata sposata ed è madre di una bambina.
  • Nagasawa: è uno studente di diplomazia internazionale presso l’Università di Tokyo. Diventa amico di Tōru quando casualmente scopre di condividere con lui la passione per la letteratura americana (in particolare per il romanzo Il grande Gatsby). È un ragazzo carismatico ma spregiudicato che ha molto successo con le ragazze.
  • Hatsumi: è la fidanzata di Nagasawa. Nonostante questi la tradisca continuamente lei soffre in silenzio e continua la loro relazione.
  • “Sturmtruppen”: è il compagno di stanza di Tōru che studia cartografia. Ossessionato dalla pulizia e dalla forma fisica, offre una notevole quantità di buffi aneddoti che Tōru racconta in svariate occasioni per divertire i suoi interlocutori. Un giorno sparisce di punto in bianco senza lasciare tracce.
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Libro: “La Psichiatra”

Uno strepitoso romanzo scritto dall’autore Dorn Wurf che mette a contatto il lettore con le sue paure più profonde: «Ci sono posti nella mente umana che nessuno dovrebbe visitare. Dopo il viaggio allucinante dell’Ipnotista, La psichiatra ci riporta nel lato oscuro.» Donato Carrisi, autore del Suggeritore.

Lavorare in un ospedale psichiatrico è difficile. Ogni giorno la dottoressa Ellen Roth si scontra con un’umanità reietta, con la sofferenza più indicibile, con il buio della mente. Tuttavia, a questo caso non era preparata: la stanza numero 7 è satura di terrore, la paziente rannicchiata ai suoi piedi è stata picchiata, seviziata. È chiusa in se stessa, mugola parole senza senso. Dice che l’Uomo Nero la sta cercando. La sua voce è raccapricciante, è la voce di una bambina in un corpo di donna: le sussurra che adesso prenderà anche lei, Ellen, perché nessuno può sfuggire all’Uomo Nero. E quando il giorno dopo la paziente scompare all’ospedale senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l’incubo. Nessuno l’ha vista uscire, nessuno l’aveva vista entrare. Ellen la vuole rintracciare a tutti i costi ma viene coinvolta in un macabro gioco da cui non sa come uscire. Chi è quella donna? Cosa le è successo? E chi è veramente l’Uomo Nero? Ellen non può far altro che tentare di mettere insieme le tessere di un puzzle diabolico, mentre precipita in un abisso di violenza, paranoia e angoscia. Eppure sa che, alla fine, tutti i nodi verranno al pettine…

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Libro: Kafka sulla Spiaggia

vedi Sito Internet della Recensione

 

Kafka sulla spiaggia (Umibe no Kafuka) è un romanzo di Haruki Murakami. La prima edizione originale è stata pubblicata nel 2002. La traduzione italiana, effettuata da Giorgio Amitrano, è stata pubblicata da Einaudi nel 2008. Lo stile del romanzo è riconducibile al filone del genere chiamato “realismo magico”.

Il romanzo vede l’intrecciarsi di due storie parallele.

La prima è quella di Tamura Kafka, un quindicenne, abbandonato dalla madre all’età di quattro anni, che decide di scappare di casa il giorno del suo compleanno; decide di fuggire via da una profezia di tipo edipico, pronunciatagli dal padre: “ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre e tua sorella”. Tamura ha un alter ego, il ragazzo chiamato Corvo (un altro riferimento a Franz Kafka e al termine “cornacchia”, che in ceco si scrive kavka), il quale comunica spesso con lui telepaticamente. Kafka nella sua fuga si dirige verso lo Shikoku, e passa le giornate in una biblioteca privata di Takamatsu, la biblioteca Kōmura, dove conosce il bibliotecario factotum Ōshima, un personaggio che, nonostante le apparenze, si rivelerà essere una donna. Tra i due nasce un’amicizia disinteressata e Ōshima propone a Tamura di aiutarlo in biblioteca in cambio di ospitalità e di un piccolo salario. Coordinatrice della biblioteca è la signora Saeki, una donna non più giovane ma molto attraente, dal passato alquanto misterioso: da giovanissima era stata una cantautrice famosa grazie a una sola canzone da lei composta, dal titolo “Kafka sulla spiaggia”, ma poi scomparve dalle scene e si ritirò a vita privata. Tamura se ne innamora e crede di vedere in lei la propria madre e, nonostante la profezia dalla quale tenta di fuggire, ha con essa un rapporto d’amore.

La seconda vicenda è quella di Nakata, un vecchietto rimasto un po’ stupido a seguito di un misterioso incidente avuto da bambino: durante una gita di montagna con la scuola nel novembre del 1944, tutti i bambini cadono per alcuni minuti in un misterioso trance; solo Nakata non si svegliò che due settimane dopo. Questo incidente gli ha portato come conseguenza l’incapacità di leggere e scrivere, anche se nel corso della storia si verrà a conoscenza di svariate capacità paranormali di Nakata, come quella di parlare con i gatti. Un giorno, dopo che gli è affidato il compito di cercare la gatta Goma, si imbatte in uno strano personaggio di nome Johnnie Walker, che rapisce i gatti per ucciderli e rubare la loro anima: questi chiede a Nakata di ucciderlo, e in cambio lui la smetterà di torturare i gatti. Nakata, pur mantenendo la sua innocenza, lo uccide. Si consegna subito alla polizia, ma il giovane poliziotto di turno non gli crede. Nakata decide così di andare via dal suo luogo natio, Nakano, andando verso posti a lui sconosciuti, accompagnato dal giovane camionista Hoshino. Nakata non si allontana da Nakano per sfuggire alla polizia, ma perché sente di avere un compito da svolgere: così si ritrova a viaggiare verso lo Shikoku, e dopo svariate ricerche, giunge alla biblioteca Kōmura e incontra la signorina Saeki.

Anche se Tamura e Nakata non si incontrano mai, le loro vicende sono legate in maniera complessa da eventi fantastici e misteriose coincidenze, basate sul tema della memoria e dei ricordi.

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Quant’è violenta una sculacciata? Recensione del libro “La sculacciata” di Olivier Maurel

Quant’è violenta una sculacciata? Recensione del libro “La sculacciata” di Olivier Maurel

Autore: Dott.ssa Emanuela De Bellis

vedi Blog dell’Autore

 

Le pagine introduttive sono già un pugno nello stomaco (passatemi l’espressione): fin dalla prefazione, il tema centrale viene  affrontato in modo diretto, crudo, senza concessioni, né ambiguità. La sculacciata, libro del 2005 del francese Olivier Maurel, presenta con chiarezza la posizione dell’autore sulla violenza educativa.

Il tema viene trattato approfonditamente nei suoi aspetti storici, culturali, legislativi, psicologici. Vengono forniti consigli per chi voglia adottare uno stile educativo senza violenza, vengono riproposte le domande e le repliche più frequenti, viene illustrata una panoramica sulle attuali legislazioni in vigore nei paesi europei ed extra europei.
Ma fin qui niente di nuovo: siamo tutti d’accordo sugli aspetti negativi della violenza su minori. Non abbiamo neanche bisogno di conoscerne nel dettaglio le conseguenze, oserei dire, per decidere che è una pratica non legittima, che lede diritti fondamentali.
Ciò che, a mio parere, merita una riflessione in più è, invece, il contenuto di questa categoria “violenza su minori”.

schiaffo-21Un sondaggio dell’Ipsos, richiesto da Save the Children Italia e riportato nel libro stima che il 67% dei genitori di bambini tra gli 11 e i 16 anni considera la violenza  inaccettabile; il 40% ha dato almeno una sculacciata nell’ultimo mese. Questi dati, apparentemente contraddittori, sembrano indicare che la sculacciata non sia considerata una violenza. Io stessa, che predico nell’ambito scolastico e in quello clinico uno stile educativo esente da ogni forma di punizione corporale, da piccola sono stata sculacciata, presa a schiaffi, e non ho mai considerato i miei genitori degli adulti violenti. Anzi, ricordo (con un’alta dose di vergogna) come anch’io sculacciassi i miei nipoti, quando mi veniva chiesto di badare a loro.
Considerare la sculacciata, o le punizioni corporali più usate, un atto violento vero e proprio, spalanca una porta su un’analisi del proprio comportamento con i bambini.

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