Scuola e Famiglie, quanto è difficile parlarsi! ( senza urlare)

Scuola e Famiglie, quanto è difficile parlarsi! ( senza urlare)

Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

vedi Blog dell’Autore

 

Bisogna restaurare l’autorità che hanno conosciuto i nostri nonni a scuola? Io penso che dobbiamo lasciarci il passato alle spalle e che le cose che hanno funzionato bene un tempo forse saranno meno efficaci adesso e in futuro. Penso che stia all’adulto affermarsi e imporre le proprie regole secondo i propri valori, ma non in nome di una moda sorpassata e che consiste nell’essere più severi con gli studenti….I giovani d’oggi non accetterebbero un’autorità di questo tipo. Non potrebbero neanche immaginarla. Questa nuova generazione nella maggior parte dei casi non è favorevole ai provvedimenti punitivi, una pressione costante e inopportuna, ne ha già abbastanza così.
F. Bégaudeau
 

La vicenda, anonima al punto da esser tacciata di falsa, è conosciuta. E’ apparsa giorni fa sulle pagine dellaRepubblica e racconta di due genitori che hanno contestato l’operato dell’insegnante in maniera aggressiva, verbalmente e di quello che ne è seguito ( per gli interessatiarticolo di ieri dello stesso quotidiano). Mi ricorda terribilmente, una immagine di quelle che capita girino su Facebook per qualche giorno. Voleva rendere manifesta la differenza tra IERI e OGGI nella Scuola, con una disegno diviso in due parti. Nella prima, il passato, insegnanti e genitori insieme riprendevano lo studente, probabilmente “colpevole” di qualche episodio increscioso. Nella seconda, il presente, i genitori urlavano all’insegnante mentre lo studente era, mi pare di ricordare sorridente, in un angolo. Le due cosa, episodio e immagine, mi sembrano legate strettamente e parlare dello stesso problema. La perdita di equilibrio nei rapporti tra la Scuola e la Famiglia.

(altro…)

Continua →

Un Video per Riflettere

Autore: Dott.ssa Marica Vignozzi

Nell’augurarvi buon lavoro e una buona settimana a tutti condivido un nuovo video con voi.

 

Continua →
E se poi mi annoio? La Coppia e la Noia, non solo nemici.

E se poi mi annoio? La Coppia e la Noia, non solo nemici.

Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

vedi Blog dell’Autore

 

C’è solo una cosa peggiore della noia, la paura della noia.

Emil Cioran

“La Noia, no! Per Carità! Tutto ma non la Noia.” Questo sembrano chiedere, a gran voce, le relazioni, le scelte quotidiane. E per paura della noia ci circondiamo di stimoli, ci inseriamo ovunque, uno spazio vuoto nell’agenda ci terrorizza. La Noia, nemico senza volto che ci rende invisibili, fuori dai giochi. Cosa spaventa della noia? Che se non provi nulla, allora, molto probabilmente non esisti. Se non provi qualcosa di forte, non provi niente. Niente è mai abbastanza.

Già per lo scrittore Alberto Moravia, autore de “La Noia”( 1960), la molla della storia è la noia. Più di tutto, quello che ha spinto il mondo in avanti è il non saper star fermi, la paura della noia. L’imperativo sociale a cui tutti, almeno da questa parte del mondo, sembriamo assoggettati, che tutti vogliamo assecondare è “Fare qualcosa!” sempre, in continuazione. Essere nella cosa, nel farla più che nell’esserci. Un filosofo tedesco,Christoph Türcke, trattava il tema nel suo La società eccitata” libro del 2012 dove è chiaro il bisogno continuo di eccitazione, di sensazioni forti, diverse, che ci muovano verso qualcosa, sempre ben fuori da noi. Emozioni che ci portino a vivere sempre con gli stimoli giusti in tasca, da usare al momento buono o anche da usare e basta. Dalla cronaca, alla pubblicità, dal marketing all’occupazione frenetica del tempo libero, ogni scelta del quotidiano sembra seguire un obiettivo, il bisogno estremo di avere qualcosa da provare mentre si rifugge un solo, aberrante, nemico, la noia.

E cosa succede quando l’idea della Noia entra a contatto con la vita di Coppia? Le relazioni portano ad una continua crescita, a volte alla presenza con aspetti anche noiosi della vita a due. Non è detto che sapersi annoiare sia un aspetto negativo da rifuggire. Lo stare nella noia, talvolta, permette una profondità relazionale che non si proverebbe se si cercasse spasmodicamente l’emozione, l’esperienza continua del nuovo.

La coppia, dopo le emozioni dell’innamoramento, la forte attrazione degli inizi, il gusto corposo dei primi “facciamo”, diventi insipida. Senza il giusto sapore. E si comincia a cercare altro. Trasformata in una sorta di prigionia per il poco che vi accade dentro, la coppia diventa colpevole di non avere sempre un motore capace di creare emozioni. Ma è questo uno dei motivi per cui si vive in coppia? Essere in due deve significare vivere in un caleidoscopio multicolore, in uno scoppiettante fuoco artificiale, come se tutte le notti fossero la notte di Capodanno e se così non fosse, allora, non vale? Ecco che molte relazioni, impietrite dall’aver assaporato la noia, si muovono verso altro, cercano stimoli, divertimenti, qualcosa da fare. Spesso accettando anche compromessi e giochi non sempre piacevoli a entrambi, pur di non guardare il volto della noia, pur di non starsene lì, senza niente da provare.

(altro…)

Continua →

Un onesto “No”

Autore: Dott.ssa Sara Bini

vedi Blog dell’Autore

 

“Comprendo quello che mi chiedi, sei importante per me – e la risposta per ora è no”  (Sara Bini)
 
Sintonizzandoci con i nostri ritmi  e con la nostra musica interiore, può succedere una cosa all’apparenza sconcertante: non combaciamo più in tutto e per tutto con le aspettative e le richieste altrui. Inizia dunque un periodo di ‘aggiustamento del tiro’ all’interno nostre varie relazioni, alcune delle quali decadono mentre altre rifioriscono in genuinità e affetto.
Vecchie etichette di rapporto ampliano i loro confini allorché si comincia a pensare in termini di incontro tra  esseri umani piuttosto che a uno standard gioco di ruoli. Certo, il ruolo (madre, figlio, compagno, capufficio ecc) resta per esigenze concrete di vita quotidiana; tuttavia la persona di fronte a noi non viene ridotta ad esso, così come noi stessi ci rifiutiamo ora di aderire in toto a pacchetti pre-confezionati dalla società o dalla cultura.
Gradualmente sviluppiamo un senso di intima coerenza che potremmo definire ‘integrità’; ciò non ha tanto a che fare con i codici morali o le norme sociali quanto piuttosto con l’aderenza a una voce interiore che unifica i nostri processi di pensiero, sentimento e azione. Da questa sorgente possono anche scaturire i nostri primi ‘no’ di fronte a richieste che non ci rappresentano più o che comunque minano il nostro equilibrio – se non addirittura la nostra salute.
Un ‘no’ onesto diventa così un sì a noi stessi e anche un atto di amore verso l’altro, a cui iniziamo a dare la stessa libertà  di ascoltarsi , scegliere e cambiare idea. Man mano che ci accordiamo con i nostri ritmi interiori, impariamo ad intonarci con quelli della vita, ricavandone un senso di maggiore armonia, giusto tempismo, sano rispetto e autenticità.
Continua →
Film (Febbraio 2006): Prime

Film (Febbraio 2006): Prime

vedi Recensione del Film

imm

Rafi è una donna di trentasette anni appena uscita da un divorzio, sola, depressa e in cura da una psichiatra. Incontra casualmente David, un giovane pittore di ventitré anni ed è amore a prima vista. Tra i due inizialmente sembra funzionare tutto alla perfezione, ma, con il passare del tempo, le diverse esigenze dovute alla differenza di età (Rafi vuole avere un figlio, David è attratto dalla playstation ed è ancora legato ai suoi amici), e le diverse culture di appartenenza (David è ebreo, Rafi no), rendono il percorso sentimentale della coppia difficile e accidentato. A complicare il tutto ci si mettono gli amici di Rafi che sono contrari a questa relazione e soprattutto Liza, la madre di David, che, guarda caso, è anche la psicoanalista di Rafi.
La trama sembra reggersi tutta su questo esile intreccio, dando luogo a una serie infinita di gag, equivoci, sospetti e menzogne che apparentemente sembrano fare di Prime una commedia romantica come tante. Ma i temi affrontati da Ben Younger sono molti e molto profondi: dal rispetto per una cultura diversa, alla critica del rapporto terapeutico, al difficile ruolo di madre che si trova a dover ascoltare le rivelazioni dell’amante di suo figlio senza poter intervenire.
Il risultato finale è indubbiamente positivo, sia per la serietà degli argomenti trattati, sia per la leggerezza con cui vengono affrontati, grazie anche ad un’ottima interpretazione di una Meryl Streep mai sopra le righe e ad Uma Thurman, molto a suo agio nelle inedite vesti della donna matura in cerca dell’amore della vita.

Vedi il Trailer del Film

Continua →