Complesso Materno e Nevrosi

Autore: Dott.ssa Morena Romano

 

Secondo Jung i complessi a tonalità affettiva sono distorsioni del normale decorso psichico che si manifestano attraverso rappresentazioni emotive, percezioni ed in ultima analisi comportamenti. Quando si attivano, (si “costellano”) essi contribuiscono alla manifestazione del comportamento nevrotico, disfunzionale o patologico, sia che il soggetto ne sia cosciente, oppure no. I complessi prendono origine dagli archetipi dell’inconscio collettivo, modalità innate ed istintuali tali da indurci a percepire la realtà in un determinato modo. L’archetipo è una sorta di disposizione a riprodurre le stesse, o analoghe rappresentazioni; struttura individuale, innata, preconscia e inconscia, che influenza il nostro percepire ed agire.

L’archetipo interagisce con la realtà emozionale e concreta della propria esperienza esistenziale.

Il complesso materno è uno dei più importanti nella psiche umana: se la relazione con la madre è perturbata, lo sarà anche il vissuto del bambino causando una fissazione dell’energia psichica con conseguente permanere in uno stato emotivamente infantile che impronta tutta la psicologia dell’individuo e lo rende dipendente dalla figura materna costellando l’archetipo corrispondente.

Gli effetti sulla psiche dell’individuo sono dovuti in parte alla madre personale e in parte all’archetipo su di lei proiettato dal bambino che le conferisce uno sfondo mitologico e la investe di autorità e numinosità.

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La Setta della Psicologa

Autore: Dott.ssa Ada Moscarella

http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/386186/viviani-la-setta-della-psicologa.html

 

Lo psicologo utilizza molti strumenti, ma quello di elezione è il colloquio. Questo dà adito a molte discussioni all’interno delle varie correnti psicologiche ed è molto probabilmente all’origine di molte delle squalifiche che riceve la nostra professione.

Dallo psicologo si chiacchiera. E si paga.

E perché devo pagare se posso chiacchierare col mio amico al bar?

Lo psicologo, naturalmente, sa che tutto fa, meno che chiacchierare; il colloquio psicologico ha tecniche contenutistiche e relazionali ben differenti e certamente più delicate. Un lavoro che non è mai svolto spontaneamente; ogni volta che poniamo una domanda o facciamo un’affermazione, valutiamo come e misuriamo gli effetti.

Quante volte intuiamo qualcosa ma ci è chiaro che la strada per arrivare a quella consapevolezza insieme al paziente sarà più lenta della nostra fulminea intenzione?

Anche per questa ragione valutare il lavoro di un collega può essere complicato e richiede prudenza; estrapolare un pezzo di colloquio può essere pericoloso, farci intendere addirittura intenti opposti.

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I Disturbi d’Ansia

Autore: Dott. Gianpaolo Bertoni

 

In Italia, i servizi di salute mentale per adulti danno giustamente priorità ai disturbi più gravi, vale a dire quelli “psicotici”. Tuttavia, tengo a sottolineare che il carico di sofferenza  che arreca i disturbi d’ansia è maggiore, ad esempio, di quello della schizofrenia, e questo per due motivi: innanzitutto, perché tra i disturbi d’ansia ve ne sono alcuni che causano molti disagi nella vita quotidiana, e poi perché tali disturbi sono molto più frequenti di quelli psicotici.

Per questi motivi, e non solo, desidero affrontare la tematica dei disturbi d’ansia.

Immagino che tutti voi abbiate sentito parlare dell’ansia, e che ognuno di voi non solo si sia “creato” una sua definizione, ma anche che l’abbia provata sulla sua pelle numerose volte; nonostante ciò, ritengo che sia particolarmente utile precisare alcuni punti chiave.

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Io Super-Genitore

Autore: Dott.ssa Claudia Belloni

 

Vorrei parlarvi di una mia paziente, R. 30 anni, due figli, di 1 anno e 3 anni ,e un compagno che passa molte ore fuori casa per lavoro.

R. racconta di un rapporto conflittuale col figlio più grande in quanto ha un carattere fortemente oppositivo e che è incapace di tollerare la minima frustrazione. R. si sente in colpa per la sua incapacità di accettare il carattere capriccioso e problematico di questo bambino in quanto si sente “esausta e rassegnata”. La paziente racconta inoltre di rivivere, durante i conflitti con il piccolo, le stesse emozioni da lei vissute nell’infazia con la propria madre. Questa mamma accompagna al disagio psicologico anche una forte sudorazione e spossatezza fisica che le ricordano quando, durante i suoi primi anni di vita, la madre tornava stanca dal lavoro e viveva con insofferenza il dover prestare attenzione alla figlia, investita anche da grosse problematiche economiche e personali. R. come figlia, si è sempre sentita poco amata e pensa di non aver avuto le attenzioni di cui aveva bisogno durante la sua infanzia. Questa figlia diventata a sua volta madre è spaventata dalla consapevolezza che sta riproducendo verso il proprio figlio lo stesso  modus operandi che la madre ha avuto con lei (e da lei vissuto come mancanza di amore) e dall’incapacità di spezzare questa catena di dolore. Si rende conto di mostrarsi troppo frustrata e stanca per lottare con i capricci del figlio, come faceva a sua volta sua madre verso di lei.

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Gruppi Settari e Sequestro della Mente: Quale Reato Scatta?

Autore: Selene Pascasi

in State of Mind – Il Giornale delle Scienze Psicologiche

 

Quando la mente criminale “scrive” il processo penale.

Sette e “sequestro” della mente. Quale reato scatta?

Psiche e Legge#8: La questione dei gruppi settari costituisce il caso più emblematico in seno al quale germogliano, di frequente, i semi di una distorta relazione tra gli inevitabili legittimi condizionamenti psichici, e quelli illeciti, frutto di un meditato intento delittuoso.

 

leggi intero articolo su http://www.stateofmind.it/2013/05/sette-mente-reato/

 

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