Il Cigno Nero

Autore: Dott. Giovanni Iacoviello

vedi Blog dell’Autore http://www.creativa-comunicazione.it/il-cigno-nero/

 

Le solide e tranquillizzanti basi dell’imprevedibile.

 

Quando siamo delusi dalle nostre fallite previsioni, possiamo prendercela con l’imprevisto?

A volte la delusione deriva da desideri irrealistici. E forse il ‘900 ha creduto, e l’inizio del terzo millennio continua a credere, nella razionalità umana e nella capacità di prevedere gli eventi, o addirittura i comportamenti delle persone. Forse la paura può spiegare in parte questi nostri desideri di controllo, e la fiducia nella supremazia della razionalità su sentimenti ed emozioni.

Il genere umano ha in fondo paura dell’ignoto, di ciò che non conosce e non può controllare. Il tentativo di prevedere gli eventi può avere in molti casi la funzione di abbassare l’insostenibile ansia dell’incertezza. Il sociologo Erving Goffmann ha notato che le persone, nell’interazione, mettono in atto aspetti di calcolo, con capacità di ottenere informazioni, facendo: “delle supposizioni sulla natura fondamentale del tipo di persona con la quale si ha a che fare”. Ciò può rispondere ad un’esigenza di controllo dell’altro.

Già negli anni ’50 Vance Packard nel libro I Persuasori Occulti ci raccontava che gli industriali chiedevano alla gente come avrebbe voluto un prodotto, lo preparavano tale e quale, e fallivano, perché si erano fidati del fatto che la gente sapesse ciò che voleva e che fosse razionale, sempre ammesso che fosse veritiera nello svelare i propri desideri e timori. Ciò aveva gettato qualche dubbio sulla prevedibilità del comportamento, almeno quello del consumatore.

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Il Papà durante il Parto

Autore: Dott.ssa Sara De Maria

vedi Blog dell’Autore http://www.sarademaria.it/il-papa-durante-il-parto/

 

In base alla mia esperienza, posso dire che i papà ci vogliono essere.
Desiderano essere presenti al momento della nascita del loro bambino e non perdersi i suoi primi istanti di vita. Vogliono aiutare le loro compagne nella traversata oceanica che è il parto per raggiungere l’isola felice del primo incontro.

Alcune donne raccontano che la presenza dei loro compagni è stata fondamentale, si sono sentite sostenute e incoraggiate e dicono che senza non ce l’avrebbero fatta.

Chiaramente non è sempre così, molte donne non hanno un compagno oppure preferiscono avere la presenza della madre, della sorella, di una amica o della doula, ritengono il parto un “fatto di donne”; ma questa volta si parla dei papà, finalmente.

Cosa dire a questi papà che, soprattutto se in ospedale, si trovano in un ambiente non familiare ad assistere la propria compagna in un momento così catartico, stravolgente, doloroso e magico? Come possono rendersi utili, a quali cose devono fare attenzione?

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Il mal di scuola adolescenziale

Autore: Dott.ssa Maria Grazia Antinori

vedi Blog dell’Autore http://corsi-psicodiagnostica-psicoterapia.arpit.it/it/il-mal-di-scuola-adolescenziale-a116/

 

Le famiglie si allarmano per l’insufficiente profitto scolastico dei figli; l’andare male a scuola è un campanello d’allarme del disagio psichico del giovane impantanato nella crisi adolescenziale. Molti sono i fattori che contribuiscono ad abbassare la motivazione allo studio, quali la non perfetta organizzazione scolastica, la qualità dell’insegnamento , le dinamiche del gruppo classe , ecc.
In base alla nostra esperienza osserviamo come il disagio scolastico si manifesti prevalentemente in quei giovani che, per la loro sensibilità o condizione, risentono maggiormente dei difetti e limiti dell’organizzazione scolastica.
La scuola non sempre aiuta i ragazzi che, per qualche verso, si differenziano dalla media dei coetanei. Spesso la diversità, sia questa espressione di particolare sensibilità o di problematiche psicologiche e sociali, si trasforma in un fattore di disturbo, di handicap che può grandemente acuire iol senso di isolamento e di inadeguatezza del giovane che si vive, per un motivo o per l’altro, “diverso”.
In questo contesto, l’insufficiente rendimento scolastico può rappresentare un’ulteriore pesante conferma della già bassa autostima del ragazzo “diverso2, rinforzandone l’autosvalutazione: “non valgo niente, non capisco nulla” che può trasformarsi nel fatidico “nessuno mi capisce”.
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Istantanea di molte delle ultime ricerche entro la psicologia e campi collegati (VIII Parte)

traduzione ad opera della Dott.ssa Antonietta Muccio

  • La tendenza delle persone ad apprezzare o disprezzare le cose influenza il modo in cui affrontano gli eventi, in accordo con la ricerca condotta dagli psicologi della University of Illinois at Urbana-Champaign e della University of Pennsylvania. I ricercatori hanno creato una scala che richiede ai partecipanti allo studio di raccontare i loro atteggiamenti riguardo a una serie di stimoli indipendenti, come l’architettura, le docce calde, la politica e il calcio. Questi hanno messo insieme la media delle risposte per calcolare l’attitudine disposizionale dei partecipanti – come questi tendessero ad apprezzare o non gradire le cose in generale. I ricercatori hanno trovato che le persone con attitudini generalmente positive erano più aperte -sulla base delle indagini condotte su tutti i partecipanti – rispetto alle persone con attitudini generalmente negative. Giorno dopo giorno, questo vuol dire che le persone con attitudini positive possono essere maggiormente inclini a comprare nuovi prodotti, ottenere una immunizzazione e seguire azioni positive come il riciclaggio o guidare con attenzione (Journal of Personality and Social Psychology, Giugno).

 

  • Adulti neri hanno maggiori probabilità rispetto agli adulti bianchi di lesinare sul sonno, e la carenza di sonno è particolarmente notevole per i professionisti neri, in accordo con uno studio della Harverd School of Public Health. Sulla base dei risultati di un sondaggio rappresentativo a livello nazionale di circa 140.000 uomini e donne, il 29 per cento degli adulti dormono abitualmente meno di sette ore per notte. Lesinare sul sonno era più comune tra gli adulti neri rispetto a quelli bianchi – 37 per cento in confronto al 28 percento – ma i ricercatori hanno trovato un’ulteriore evidente differenza tra professionisti: il 42 per cento dei professionisti neri riportano di dormire meno di sette ore per notte rispetto al 26 per cento di professionisti bianchi. La carenza di sonno non è stata trovata in lavoratori al dettaglio e il divario raziale era simile in uomini e donne (American Journal of Epidemiology, online Settembre 9).

Fonte: Monitor on Psychology (A pubblication of APA) November 2013 – Vol. 44 NO. 10 Traduzione dell’articolo: “In Brief – Snapshots of some of the latest peer-reviewed research withing psychology and related fields” (pp 16-19).

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