Istantanea di molte delle ultime ricerche entro la psicologia e campi collegati (VII Parte)

traduzione ad opera della Dott.ssa Antonietta Muccio

  • Le persone con problemi d’ansia possono aver bisogno di un maggiore spazio personale, in accordo con lo studio dell’University College London. I ricercatori hanno registrato il riflesso di sbattere le palpebre – risposta difensiva a stimoli potenzialmente pericolosi a varie distanze dal volto della persona – di 15 persone tra i 20 e i 37 anni. Hanno poi confrontato questi dati con i risultati ad un test d’ansia in cui i soggetti valutavano i loro livelli di ansia in varie situazioni. Le persone con punteggio elevato nel test d’ansia tendevano a reagire più energicamente agli stimoli a circa otto centimetri dalla loro faccia rispetto a coloro che non erano ansiosi (The Journal of Neuroscience, Agosto 28).

 

  • I bambini che prendono farmaci antipsicotici per l’umore o per un disturbo comportamentale possono essere a maggior rischio di sviluppare il diabete di Tipo 2, in  accordo con uno studio della Vanderbilt University. I ricercatori hanno esaminato i referti medici di più di 43.000 bambini dai 6 ai 24 anni dal 1996 al 2007, confrontando coloro a cui erano stati prescritti trattamenti approvati per disturbi dell’attenzione, dell’umore e comportamentali con giovani simili che prendevano antipsicotici atipici per gli stessi disturbi. Coloro che prendevano antipsicopatici avevano un rischio triplo di sviluppare il diabete di Tipo 2 negli anni successivi, con il rischio di un ulteriore aumento all’incremento del dosaggio. L’incremento del rischio persisteva per almeno un anno dopo che l’assunzione del medicinale era interrotta (JAMA Psychiatry, online Agosto 21).

 

Fonte: Monitor on Psychology (A pubblication of APA) November 2013 – Vol. 44 NO. 10 Traduzione dell’articolo: “In Brief – Snapshots of some of the latest peer-reviewed research withing psychology and related fields” (pp 16-19).

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Gli Insegnanti, questi Eroi!

Gli Insegnanti, questi Eroi!

Autore: Dott.ssa Emanuela De Bellis

vedi Blog dell’Autore http://psicologo-infanzia.com/gli-insegnanti-questi-eroi/

 

Che la situazione scolastica sia delle peggiori lo sappiamo tutti: stamattina un dj di una nota radio raccontava di genitori che passano il week end a pulire la scuola, perché non ci sono soldi per farla pulire a qualcun altro, e che ogni lunedì danno ai propri figli un rotolo di carta igienica.

Ogni riforma portata avanti dagli ultimi governi ha avuto come nodo centrale il risparmio economico, piuttosto che il miglioramento delle risorse: come se una cosa escludesse l’altra, come se fosse impossibile fare una riforma che contenga le spese ma che trovi, allo stesso tempo, meccanismi alternativi e proposte nuove per supportare un nuovo tipo di didattica.

C’è chi dice che non ci sia modo di cambiare, che questo è il massimo a cui si possa aspirare: io non sono d’accordo.

bambino-autonomo

Professionalmente parlando, ho un’anima duplice, che mi porta a vivere la scuola da due angolazioni: da un lato sono la psicologa, che parla con le insegnanti a proposito dei suoi piccoli pazienti. Guardata sempre con un po’ di diffidenza, portatrice sana di un giudizio vissuto ma non intenzionato.

Dall’altro sono la maestra di musica, operatrice esterna, protettrice, per un’ora a settimana, della serenità degli insegnanti, che possono tirare un respiro, se non addirittura partecipare, a un’attività diversa: confidente della loro stanchezza, dei rancori taciuti, della frustrazione.

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Empatia, la Parola Magica che Salverà il Mondo?

Empatia, la Parola Magica che Salverà il Mondo?

Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

vedi Blog dell’Autore http://pollicinoeraungrande.wordpress.com/2014/02/26/empatia-la-parola-magica-che-salvera-il-mondo/

 

I live in a world where I’m the center of it
And everyone else seem so small
That was the beginning of my downfall
I never seen through your lens, friend..
Shelter “Empathy” *
 

Guardare il mondo attraverso le lenti dell’altro. Questo potrebbe essere un modo semplice per raccontare e definire l’empatia. Un concetto, una risorsa, una abilità di cui si parla sempre di più e che abbraccia diverse discipline.  L’empatia si mostra come una strategia utile nella comunicazione per dare ascolto a segnali altrimenti condannati a restar nascosti.

Cosa fa l’empatico? Si accorge di quello che non si vede e rende la relazione più autentica dando attenzione all’interlocutore verso la comprensione reciproca. Ancora, riesce a sentire come l’altro  sente senza giudicarlo, non solo simpatizzando ma facendo propria la visione altrui. Una grande abilità quindi, che come tutte le altre si può allenare e regolare.

L’empatia sta diventando una visione del mondo. Perchè se da una parte ci viene raccontata la storia dell’uomo mangia uomo, spinto solo dal bisogno di possesso e dal suo egoismo, dall’altra si parla sempre di più di empatia, di un uomo capace, anzi predisposto, a manifestare emozioni in relazione con gli altri. E non si tratta solo di favole buone, ma di solide teorie portate avanti anche da economisti e biologi. Per esempio è dell’economista statunitense Jeremy Rifkin il testo “La civiltà dell’empatia”, (2010 ) dove si parla dello sviluppo della società come proporzionale alla capacità di empatizzare dell’uomo. Questa sarebbe una fortuna, perchè permetterebbe un vantaggio, quello del “salto empatico” che rende possibile una migliore evoluzione per la comunità, dovuto anche alla spinta delle tecnologie e della globalizzazione. Immedesimarsi nell’altro diventa una potente risorsa e una sfida. Quella che è necessario accogliere per salvare il mondo dalla crescente e accelerata devastazione che viene fatta del nostro pianeta. Si chiede Rifkin

Riusciremo ad acquisire una coscienza biosferica e un’empatia globale in tempo utile per evitare il collasso planetario?”

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“Il Piano del Parto: la Traccia di un Progetto di Nascita”

Autore: Dott.ssa Sara De Maria

vedi Blog dell’Autore http://www.sarademaria.it/il-piano-del-parto-la-traccia-di-un-progetto-di-nascita/

 

Il piano del parto è un documento che la coppia compila e inserisce nella cartella clinica al momento dell’accettazione ed il ricovero per il parto.

E’ un elenco di richieste e desideri rispetto alle modalità del parto e delle prime ore dopo la nascita del bambino.

Chiedere che vengano rispettati i desideri dei genitori non garantisce l’effettiva esecuzione da parte del personale; questo perché non sempre il travaglio ed il parto si svolgono in maniera fisiologica e di conseguenza il personale è tenuto ad intervenire per preservare la salute di madre e bambino e, in seconda istanza, non tutti i punti nascita hanno gli stessi protocolli, alcuni sono più rigidi altri meno.

Il lavoro che propongo non è la compilazione del documento, anche se ne verranno forniti alcune copie esempio, ma è un “piano del parto” per la coppia in modo che possa fare critica rispetto alle scelte già fatte e poterne valutare altre che ancora non conoscono. Avere un’idea rispetto all’esperienza di nascita che si desidera vivere è un ottimo punto di partenza per non tornare a casa con una esperienza di passività ed inadeguatezza. Una buona esperienza di parto fa da substrato alle prime attività di maternage a casa da soli con in neonato. Il piano del parto è utile in egual misura in caso di cesareo programmato o no.

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Baby Prostitute ed Etica Adulta

Baby Prostitute ed Etica Adulta

Autore: Dott.ssa Emanuela De Bellis

vedi Blog dell’Autore http://psicologo-infanzia.com/baby-prostitute-ed-etica-adulta/

 

Le ragazzine che a Ventimiglia si prostituivano attraverso siti di incontri riportano alla luce un problema di cui si parla poco, ma del quale escono sempre più tracce.

Una ricerca di una collega portata avanti in capoluogo di provincia del Sud Italia ha riportato una diffusione allarmante di prestazioni sessuali offerte da minori, tra i 7 e i 12 anni, in cambio di ricariche dei cellulari. Le due ragazzine di Ventimiglia (che di anni ne hanno 15) si prostituivano per 30/50 euro; “trucchi e vestiti”, cita l’articolo.

Il mio pensiero va a Ruby, che di anni ne aveva 17 quando ha cominciato a frequentare certi festini: i soldi erano sicuramente di più, ma sempre di ragazzine si tratta.

C’è chi inorridisce e grida al colpevole, attribuendo la responsabilità a genitori troppo permissivi, alla televisione che propone modelli distorti, a Facebook, alla modernità, alla scuola. Temo invece che il problema non sia così recente, anzi, sia radicato da molto tempo nella società.

Ciò che apparentemente disturba è l’idea che dei minori, cui di solito vengono attribuite caratteristiche di ingenuità e purezza, possano essere coinvolti in attività sessuali, in cambio, peraltro, di un pagamento da quattro soldi.

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