Le Determinanti Psicosomatiche di tre Diverse Patologie. Psicodiagnosi in Ambito Pediatrico

Autore: Dott.ssa Maria Grazia Antinori

vedi Blog dell’Autore http://corsi-psicodiagnostica-psicoterapia.arpit.it/it/le-determinanti-psicosomatiche-di-tre-diverse-patologie-psicodiagnosi-in-ambito-pediatrico-a119/

 

XVII INTERNATIONALE CONGRESS OF RORSCHACH AND PROJECTIVE METHOD. SETTEMBRE 2002, PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERANENSE.
S. Ricci; M.G. Antinori; B. Puglia, M. Mosconi; C. Rotondo.
Il presente lavoro si riferisce ad un gruppo di trenta bambini seguiti presso l’Ospedale Pediatrico “ Bambin Gesu’ di Palidoro per una problematica organica che ha richiesto un approfondimento psicodiagnostico .
Nei reparti di Urologia, Pediatria e Auxologia, un aspetto importante del lavoro è l’interdisciplinarietà tra le figure professionali. Pediatri, psicologi ed infermieri costituiscono un’equipe che si impegna a decodificare e contestualizzare il sintomo per giungere ad una diagnosi ed a una terapia che tenga contro anche del contesto psicologico e relazionale.
L’ottica psicosomatica presuppone il cogliere l’interazione tra il corpo e la mente e considera la patologia organica in relazione alla personalità del bambino e alle dinamiche familiari. I bambini ricoverati presso il “Bambin Gesù” vengono seguiti nelle visite quotidiane di reparto, oltre che dai medici e dagli infermieri, anche dallo psicologo. Per i bambini in Day Hospital, è lo stesso medico curante che individua i casi in cui è necessario un approfondimento psicologico che consiste in alcuni colloqui ed osservazioni dello psicologo con il bambino e la coppia genitoriale. Al bambino è inoltre somministrata una batteria di test che comprende il Rorschach, i Reattivi grafici,il Wartegg, il Bender e ,in alcuni casi, la Wisc-R, l’ORT, il TAT,il CAT e le Favole della Duss.
I risultati dei reattivi vanno a completare la cartella clinica che già comprende l’anamnesi e le osservazione sulle dinamiche emotive e relazionali del bambino e della sua famiglia. Ai genitori viene restituita, al termine della consultazione, una risposta che evidenzia la dinamica e le eventuali problematiche del bambino e del nucleo familiare. Gli psicologi del “Bambin Gesù” si occupano di circa 20/25 casi mensili, hanno quindi un polo di osservazione privilegiato delle patologie psicosomatiche.
L’equipe degli psicologi dell’Ospedale è inoltre coadiuvata dall’Associazione ARPIT di Roma che ha contribuito all’elaborazione di parte delle psicodiagnosi e del presente lavoro.
A partire da Freud si sono sviluppate diverse correnti di pensiero psicoanalitiche rispetto la psicosomatica , nel nostro lavoro ci riferiamo in particolare al gruppo IPSO di Parigi ,istituito da Pierre Marty, che a Parigi ha fondato un ospedale di sola medicina psicosomatica e il gruppo romano di psicosomatica che fa capo all’istituto di Neuropsichiatria infantile di Roma.
Attraverso l’esperienza clinica con bambini con malattie psicosomatiche, emerge con evidenza come il linguaggio corporeo espliciti la patologia delle dinamiche profonde, relative alle prime relazioni oggettuali ed il ruolo importante svolto dall’ambiente emotivo ed affettivo, nello sviluppo della malattia stessa. L’ipotesi teorica di riferimento , è che si determini una rinuncia alla mentalizzazione di certi aspetti dell’esperienza psichica che vengono demandati al corpo attraverso la malattia che ,in sé, rappresenta anche un tentativo estremo di integrazione, una sorta di soluzione ad una relazione fusionale-simbiotica, indifferenziata. Per la presente ricerca, sono stati selezionati trenta bambini, suddivisi in gruppi di dieci, con diagnosi di enuresi, iposomia e cefalea censiva.
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Istantanea di molte delle ultime ricerche entro la psicologia e campi collegati (VI Parte)

traduzione ad opera della Dott.ssa Antonietta Muccio

  • Adulti più anziani conservano l’abilità di fare valutazioni accurate sulle emozioni altrui usando le loro conoscenze acquisite, ma non segnali sensoriali, in accordo con la ricerca condotta dalla Max Planck Institute for Human Development in Germania. Nello studio, che ha coinvolto 50 coppie dai 20 a i 30 anni e 50 coppie dai 69 agli 80 anni, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di registrare le proprie emozioni e quelle del proprio partner sei volte al giorno per due settimane usando il cellulare. Hanno trovato che, in confronto ai giovani adulti, le coppie anziane erano meno esperte a leggere le emozioni nel viso del proprio partner. Ma quando il proprio partner non era presente, adulti giovani e anziani erano egualmente in grado di distinguere le emozioni delle persone per loro significative basandosi sulla conoscenza acquisita dei loro partner (Psychological Science, Online Settembre 6).

 

  • I bambini che frequentano l’asilo nido sembrano essere maggiormente in grado di comunicare con bambini di tutte le età, in accordo con lo studio condotto alla Radboud University Nijmegen in Netherlands. I ricercatori hanno ingaggiato 24 bambini di 5 anni in un gioco a due al computer in cui il bambino doveva imparare come comunicare la posizione di oggetti nascosti senza parlare con il giocatore che era in una stanza separata. Il gioco richiedeva al bambino di aggiustare il loro stile comunicativo a seconda di quanto grande pensava fosse il suo co-giocatore. Per esempio, quando i bambini pensavano di giocare con un co-giocatore di 2 anni, tendevano ad approcciarsi al compito con più pazienza rispetto a quando pensavano di giocare con un bambino più grande di loro. I ricercatori trovarono che più i bambini passavano il tempo all’asilo e più erano in grado di regolare il proprio stile comunicativo (PLOS One, Agosto 29).

 

Fonte: Monitor on Psychology (A pubblication of APA) November 2013 – Vol. 44 NO. 10 Traduzione dell’articolo: “In Brief – Snapshots of some of the latest peer-reviewed research withing psychology and related fields” (pp 16-19).

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Istantanea di molte delle ultime ricerche entro la psicologia e campi collegati (V Parte)

traduzione ad opera della Dott.ssa Antonietta Muccio

  • Dare ai bambini una scelta sulla condivisione incrementa il loro comportamento di condivisione, sono i risultati della ricerca condotta dagli psicologi della Cornell University. Nello studio, i ricercatori hanno introdotto bambini di 3 e 4 anni a “Doggie” un pupazzo che si sentiva triste. Ai bambini era dato un set di figurine e successivamente erano divisi in tre gruppi. In uno era data loro l’opzione di condividere le figurine con Doggie o tenerle per se stessi, e in un altro potevano scegliere di condividere le figurine o buttarle via. Ai bambini del terzo gruppo i ricercatori chiedevano di condividere le figurine.  Successivamente, i bambini erano introdotti a “Ellie” un altro pupazzo. Gli veniva data l’opzione di condividere fino a tre figurine. I bambini che in precedenza avevano scelto di aiutare Doggie condividevano molte più figurine con Ellie rispetto a quelli a cui non era stata data l’opzione di condivisione o a quelli a cui era stato richiesto di condividere le proprie figurine (Psychological Science, online Agosto 16).
  • Gli adolescenti i cui genitori gli urlano contro hanno molta più probabilità di fare esperienza di depressione e aggressività, in accordo con la ricerca condotta dagli scienziati della University of Pittsburgh. Lo studio ha seguito 976 famiglie con due genitori, con bambini valutati all’età di 13 e14 anni. I ricercatori hanno chiesto agli adolescenti circa i propri problemi comportamentali, sintomi depressivi e il calore della relazione con i propri genitori. Ai genitori era chiesto circa il loro uso della dura disciplina verbale. I ricercatori hanno trovato che i figli i cui genitori gli urlano contro quando hanno 13 anni fanno esperienza di sintomi depressivi e più problemi comportamentali l’anno successivo, incluse le liti con i pari, difficoltà scolastiche e  mentire ai genitori. L’incremento era simile se i genitori urlavano o usavano un approccio fisico come prepotenze o sculacciate. Il grado di calore della relazione genitore-bambino non alterava gli effetti negativi della dura disciplina verbale (Child Development, online Settembre 13).

 

Fonte: Monitor on Psychology (A pubblication of APA) November 2013 – Vol. 44 NO. 10 Traduzione dell’articolo: “In Brief – Snapshots of some of the latest peer-reviewed research withing psychology and related fields” (pp 16-19).

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Psiche e WhatsApp, come ti Cambio la Comunicazione e il Setting

Psiche e WhatsApp, come ti Cambio la Comunicazione e il Setting

Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

vedi Blog dell’Autore http://pollicinoeraungrande.wordpress.com/2014/03/03/psiche-e-whatsapp-come-ti-cambio-la-comunicazione-e-il-setting/

 

Il Web non si limita a collegare macchine, connette delle persone. Tim Berners-Lee
 

E’ successo. Dopo mesi a tergiversare, mi sono arresa alla modernità. E per ragioni di lavoro, sebbene appaia come la solita burla, l’ho finita per cambiare telefono. Ora sono moderna, anche io sono smart. Cosa significa per una psicologa accettare la modernità? In primis, accettare che cambino i modi di comunicare, i tempi e le parole. Sembra facile? Non del tutto. Anzi, bisogna arrivarci almeno un po’ preparati.

Facciamo il punto sul comunicare in genere nel mondo dei Social.

Che la comunicazione cambi continuamente grazie ai nuovi mezzi, social, app etc è ormai chiaro a tutti e non possiamo non tenerne conto. Specie i giovani sembrano avere familiarità con mezzi come sms, skype, twitter e via discorrendo ma anche tra gli adulti, il modo di comunicare per status, like e pochi tweet sembra prendere sempre più piede. A volte anzi, i “grandi” sono più vulnerabili a certe ferite che arrivano facilmente online per personali fragilità.

Le relazioni, cambiano insieme con il come si comunica che diventa il come approcciamo l’altro. Nelle coppie, come tra gli amici, la connessione costante è quasi la regola. Preoccupazione alle stelle quando l’altro non risponde o non si connette per qualche ora. Litigi perchè si è stati localizzati, è possibile anche questo, nel posto dove non si doveva, perchè non si è detto il “like” giusto alla cosa giusta, perchè si è scritto uno status che ha dato da pensare, insomma, la tecnologia rende necessario interpretare tutta una serie di sfumature che non sempre aiutano la relazione. Il controllo  prende piede, non lasciando spazio alla fiducia di crescere con i suoi tempi, molte relazioni giovani si basano su quello che si dice e si “fa” online con conseguenti facili rotture e sofferenze. Facebook entra  nella vita reale portando con se un bel carico di divorzi e cause. Nel 2012, in Inghilterra, si scriveva che era stato il motivo di un terzo delle separazioni dell’anno precedenteCosa ci dice questo? Che la comunicazione sui social avviene in modo diverso, impedisce sfumature, sguardi, non ha rughe di espressione e va educata  da una parte e accettata e usata con consapevolezza delle proprie paure.

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Rabbia e Cibo: quante Emozioni nel Piatto!

Autore: Dott.ssa Francesca Broccoli

vedi Blog dell’Autore http://www.francescabroccoli-psicologa.com/rabbia-e-cibo-quante-emozioni-nel-piatto.html

 

 

“Chi non bada a ciò che mangia, difficilmente baderà a qualsiasi altra cosa”
Samuel Johnson

“Non mangia più!”

“Mangia solo la sera…”

“Abbiamo scoperto che mangia di nascosto”

“Mangia e poi vomita, ma solo la mattina e certi cibi non li vuole!”

Il cibo è uno dei canali più usati dall’uomo per comunicare con gli altri; da sempre e in tutte le culture sono radicate tradizioni, regole, modi di stare insieme o di contrassegnare certi eventi attraverso il cibo o comunque  per mezzo dei pasti.

Il cibo non è, tra l’altro, un canale di comunicazione qualunque, possedendo la potentissima caratteristica di essere fondamentale e necessario alla vita.

I bambini, che in generale usano il corpo per stare in relazione e in comunicazione con l’intero loro mondo, parlano delle loro relazioni con le persone e dei loro stati d’animo tramite il rapporto col cibo, per le preziose e numerose valenze simboliche che esso esprime.

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